Un reverse split viene annunciato quando una società intende ridurre il numero delle sue azioni in circolazione. Questo può essere fatto per vari motivi, ad esempio per aumentare nominalmente il prezzo delle azioni e mantenerlo sopra $1,00/azione, che è il livello richiesto per rimanere quotati su NYSE e NASDAQ. I reverse split includono un rapporto di divisione (es. 1 per 100, quindi se precedentemente possedevi 1000 azioni, solo 10 rimarranno dopo lo split), mentre le azioni frazionarie o di piccolo lotto di solito vengono liquidate a un premio rispetto al valore di mercato.
A volte, l’obiettivo non è ridurre il numero di azioni, ma piuttosto diminuire il numero totale di azionisti. Ad esempio, una società vuole diventare privata e smettere di segnalare alla SEC (Securities and Exchange Commission – la CONSOB degli Stati Uniti), per cui deve abbassare il numero dei suoi azionisti sotto 300. Per fare questo, un reverse split (che liquida gli azionisti di piccoli lotti) è immediatamente seguito da un forward split che ripristina il numero originale di azioni in circolazione.
Il punto principale da verificare qui è se la transazione ha senso per la società da un punto di vista finanziario e qual è il vero incentivo. Ad esempio, se una società prevede di delistarsi dopo il reverse/forward split, il fattore importante sarà se i costi della transazione saranno compensati. Tuttavia, se un accumulo di arbitraggiatori di piccoli lotti aumenta i costi della transazione a tal punto che i risparmi derivanti dalla cancellazione della quotazione pubblica non sono più vantaggiosi, è molto probabile che gli split possano essere annullati o modificati.
I principali rischi sono la cancellazione della transazione, la modifica dei termini (es. il rapporto di divisione viene abbassato) o vari ritardi.